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Squid Game e il product placement

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Squid Game Product Placement

Squid Game e il product placement

Il successo planetario di Squid Game, la serie televisiva disponibile su Netflix divenuto già un vero cult, offre la possibilità di parlare di un argomento legato al marketing molto interessante: product placement, ossia il collocamento di prodotti all’interno di programmi televisivi, show, film, serie, video musicali e molto altro.

Vans, fashion brand noto per le sue sneaker, in queste settimane a guadagnato diversi milioni, proprio grazie a Squid Game, il quale ha generato un vertiginoso aumento delle vendite delle sue slip on, pari al 145%, nei giorni seguenti alla messa in onda su Netflix. Cosa lega questo boom di vendite alla serie coreana? Semplice: i protagonisti di Squid Game indossano queste scarpe.

Per non parlare dei vari meme e tormentoni che molti brand stanno cavalcando, ma di queste tecniche te ne ho già parlato in precedenti articoli come il Real Time Marketing o l’Instant Marketing Valoriale.

Vendere i prodotti legati ad un film o una serie è un mercato florido. Netflix, ad esempio, ha recentemente inaugurato un vero e proprio e-commerce pieno zeppo di felpe, magliette, cappellini e gadget delle proprie serie TV. Un side-business che può fruttare un bel giro d’affari visto che i fan delle serie TV adorano indossare e mostrare la propria vicinanza ad esse.

Dove e quando nasce questa tipologia di marketing

Torniamo al discorso iniziale. L’inserimento di prodotti specifici nei film o serie TV, rendendoli riconoscibili allo spettatore, è una forma di advertsing nata con il cinema stesso. Il primo caso ci riporta nientemeno che ai fratelli Lumiere, con il loro Washing Day in Switzerland dove piazzarono un sapone del marchio Unilever. Un’evoluzione che si è accompagnata alla progressiva diffusione del cinema, come dimostrano casi memorabili come E.T. l’Extraterrestre (1982), che riuscì a far segnare un fantastico +70% di vendite ai dolcetti Hershey (a danno della M&M’s che invece declinò l’offerta di comparire nella pellicola). Come non menzionare gli occhiali presenti su Matrix divenuti così oggetto del desiderio di milioni di persone.

Uno degli esempi nostrani, invece, è quello di Coca-Cola e Mille il videoclip di questa estate del brano di Fedez-Lauro-Berti. Il ritornello pronuncia le parole “labbra rosso Coca-Cola” e nel video veniva svelata in anteprima il restyling di uno dei loro prodotti.

Tipologie di Product Placement

Esistono diverse tipologie di product placement:

  • visuale (screen placement) è quanto il marchio è chiaramente visibile in primo piano. Questa tipologia fa si che il brand, anche con poche riprese, rimanga impresso nella mente dello spettatore;
  • verbale (script placement) è quando il marchio viene menzionato e pronunciato, catturando l’attenzione dello spettatore. In questo caso il brand viene associato a chi lo pronuncia. Molto utilizzato nelle canzoni e può essere molto più incisivo se inserito correttamente;
  • integrato (plot placement) è quando il brand diventa parte integrante della storia (prendiamo come esempio l’Aston Martin di 007, o le Nike che si gonfiavano in Ritorno al Futuro). Chiaramente questo formato è la tipologia più impattante.

Per evitare frodi e pubblicità occulte le normative mondiali e anche quelle Italiane sono molto specifiche al riguardo è obbligano di avvisare il pubblico della presenza e ponendo diverse limitazioni.
Il Codacons, proprio sul videoclip di Fedez, aveva effettuato un esposto all’Antitrust per non aver adeguatamente informato gli spettatori.
Chi sa se qualcuno ha pensato a denunciare Warren Buffet, il miliardario americano che spesso si fa ritrarre mente beve una Coca-Cola di cui detiene numerose azioni.

Oggi il product placement si è esteso ai media digitali, possiamo trovare video su YouTube, podcast su Spotify, reel su Instagram e short su TikTok dove in maniera più o meno lecita e più o meno diretta vengono piazzati prodotti di vario genere. Per molti creator e influencer è divenuta la principale fonte di guadagno.
Allo stesso tempo, proprio questi canali, danno la possibilità a piccoli brand e attività locali di sfruttare questo strumento di marketing.

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Sviluppatore Web, esperto in Digital Marketing e degli strumenti Google. Nella squadra di InfoMyWeb dal 2006

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