Humor Marketing… funziona?
È possibile usare la comicità nel marketing? La risposta è ovviamente si.
Lo humor può essere uno strumento molto utile nel marketing e nella comunicazione. Grandi e piccoli brand lo usano molto spesso. Bisogna fare però molta attenzione.
Una tecnica molto usata è nota con il termine di “tormentone“. È uno schema noto, con qualche variante che strappa un sorriso ed è ad “alta rotazione”, nel senso che ha una vita breve in quanto verrà sostituito velocemente con un tormentone nuovo. In questa categoria, parlando di digitale, possiamo comprendere anche i “meme“: un immagine che viene imitata, magari con una piccola variazione.
In queste settimane è scoppiato il caso “LOL chi ride è fuori“, un format televisivo in streaming su Amazon Prime dove dei comici si sfidano cercando di eliminarsi a suon di risate.
I social sono stati letteralmente invasi da immagini e montaggi video che riprendevano e reinterpretavano le situazioni divertenti emerse nel programma.
Questi meme non sono sfuggiti alle agenzie marketing le quali hanno seguito il trend sfornando diverse varianti.
L’azienda di cioccolato Milka, ad esempio, ha giocato sulla frase “so’ Lillo“, una gag ripetuta nel programma più volte dal comico Pasquale Petrolio (in arte Lillo) trasformandola in “sono Lilla” e giocando sul loro iconico colore.
Anche Control, Ikea, Zueg e Unieuro si sono gettati nella mischia. Per citarne solo alcuni.
Ovviamente nello humor marketing non esiste solo il tormentone. C’è chi, ad esempio, crea delle vere e proprie comunity intorno a personaggi o scene comici utilizzando YouTube ed altri social per diffondere viralmente video divertenti.
Raggiunta una certa notorietà è possibile monetizzare lo sforzo con sponsorizzazioni, partnership, e merchandising. Esempi di questo tipo possono essere “Il milanese ignorante“, “The Jackal” il vincitore di LOL, Ciro Priello, proviene proprio da qui, oppure SbobTV, per citare un esempio localizzato a Viterbo.
La comicità non è apprezzata da tutti allo stesso modo e spesso può essere un’arma a doppio taglio. Tra chi si occupa di marketing c’è sempre stato un gran dibattito sullo stile comunicativo dell’agenzia funebre Taffo basato sul “dark humor”. C’è chi giudica le loro trovate di cattivo gusto che non aiutano a posizionare il marchio e vendere il servizio, ma se l’obiettivo è quello di essere conosciuti rendendo il marchio così ambito da aprire sedi in franchising in tutta Italia allora il giudizio cambia.
Usare l’emozione scaturita da una risata per comunicare i propri valori, presentare un nuovo servizio o prodotto, generare engagement o brand awarness, può essere senz’altro una strada da perseguire ma facendo attenzione a non snaturare la propria strategia comunicativa.
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